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L'HOVERCRAFT HC 9801 E 2 MOTOSILURANTI RISALGONO IL FIUME PO IN OCCASIONE DELLA FESTA DELLA MARINA A CREMONA (Dal Notiziario della Marina - Ed. Giugno 1972) " Riceviamo dal nostro inviato questo servizio riguardante la crociera sul Po compiuta, in occasione della Festa della Marina, da due Motosiluranti e dal Mezzo Anfibio HC 9801" Cremona, 10
giugno Ho vissuto per quasi una settimana con gli equipaggi delle
Motosiluranti 472 e 473 e dell'Hovercraft 9801 che, in occasione della Festa
della Marina, hanno risalito il Po, per trovarsi il 10 giugno a Cremona dove,
a ben trecento chilometri dal mare, l'Hovercraft, gli incursori di Comsubin e
gli elicotteri di Maristaeli Luni hanno dato luogo ad una riuscita
manifestazione, cui hanno assistito migliaia di persone.
Due parole sulle Motosiluranti, comandate, la 472 dal S.T.V. Spanò, la 473
dal S.T.V. Bonaccorsi. Comandante della Squadriglia il T.V. Barbara. Costruite
nel corso del secondo conflitto mondiale, stazzano una settantina di
tonnellate, sono lunghe 28 metri
e larghe poco più di tre, pescano 1,65,
dispongono della potenza di 4500 HP fornita da tre motori a benzina che
imprimono alle unità una velocità massima che sfiora i 30 nodi. Sono armate,
nella versione silurante, di due siluri da 450 mm. e di una mitragliera da
40/56.
L'Hovercraft, comandato dal T.V. Gentile, ha suscitato ovunque una grande
curiosità. Com'è noto, esso viaggia su di un cuscino d'aria e questa particolarità fornisce al mezzo una notevole capacità anfibia: sul Po l'ho
visto sfrecciare velocissimo ora sull'acqua ora sulla sabbia delle secche, sollevando spruzzi o nuvole di polvere secondo l'elemento sul quale poggiava.
Dispone di una turbina da 1050 HP che gli consente di superare i 60 nodi. La nostra crociera ha preso il via il 6 giugno, prima dell'alba, da Venezia S. Andrea, base estiva delle Motosiluranti. Dopo aver raggiunto Porto Garibaldi, tocchiamo Ferrara nel tardo pomeriggio. Ci attendono gli onnipresenti ex dell'A.N.M.I. e le Autorità locali. L'indomani, in una giornata umida e nebbiosa, ci immettiamo finalmente nel Po. Sostiamo a Felonica dove tutto il paese ci attende all'ormeggio per offrirci un pranzo gustosissimo. Entriamo nel Mincio e arriviamo a Mantova. In banchina almeno tremila persone ci applaudono calorosamente. Dopo aver pernottato nella città di Virgilio, l'8 giugno siamo a Boretto, non lontano da Reggio Emilia. Infine il 9 ci accoglie Cremona, con un lancio aereo di manifestini di benvenuto. Sono presenti gruppi A.N.M.I. non solo di Cremona ma convenuti per l'occasione anche da altre città. Nel pomeriggio assistiamo alla prevista esibizione che ha avuto momenti di grande emozione.
I cremonesi hanno potuto vedere, per
Mentre ci dirigiamo verso Mantova, da un ponte sul Mincio piovono dei fiori.
Dalle sponde del Po contadini appoggiati alle vanghe ci osservano con curiosità,
mista a rispetto per l'onda che il nostro passaggio solleva, scompigliando la
vegetazione degli argini e le file di barche ormeggiate.
Sulle aie bianche affacciate sul fiume, prima accorrono cani impazziti, poi,
strappate ai fornelli, donne vecchie e giovani che si sbracciano per
salutarci. Ai marinai a bordo tutta questa popolarità fa effetto. Le prime
volte rispondevano con il berretto in mano, tagliando con le braccia l'aria
ferma sopra le loro teste; anzi avrebbero voluto averne una dozzina, di
braccia, per essere all'altezza della situazione. Col passare del tempo, anche
la popolarità assieme a tutto quell'agitarsi li ha stancati. Così finiscono
per fare solo un cenno annoiato, come eroi consumati, per i quali le risposte
agli applausi sono solo una fastidiosa incombenza.
Gli ufficiali in plancia si guardano fra loro, ammiccando. Sanno che lo scopo della missione è proprio quello di creare l'entusiasmo fra la gente. Portare la bandiera della Marina Militare all'interno, dove c'è ancora qualcuno che il mare non l'ha mai visto né tanto meno ha mai visto unità da guerra. Una donna, a Mantova, mi ha chiesto: «Ma dove vi mettete, quando andate sotto acqua?». Vedendo i siluri aveva preso le motosiluranti per sommergibili. Altri però ricordano che sul Po c'eravamo già stati, nel '67, con due motosiluranti, anche allora
Visto il successo riscosso dall'impresa, la stampa locale e nazionale non
poteva ignorarla. E anche di questo le popolazioni ci sono grate. Per un
giorno o due, paesini ricordati solamente dal sole implacabile delle afose
estati padane o dalle tristi nebbie invernali, hanno avuto il loro nome
stampato sui giornali. Le unità della Marina dimostrano clamorosamente che il
più lungo fiume d'Italia è navigabile,
che il commercio fluviale può diventare una realtà più consistente di
quella attuale.
Il Po è l'altro protagonista di queste giornate. E' un fiume insidioso e
pigro, cosparso di secche che in certi punti ne limitano l'ampiezza, altrove
davvero impressionante.
E' giallo bruno, schiumoso, ogni anno si porta via verso il mare ramaglie, tronchi d'albero e indistruttibili
bottigliette di plastica. Tutt'attorno, la pianura è piatta e verdeggiante.
Spuntano, poco lontani, cascinali e campanili. E' il Po di Guareschi e di Bacchelli. Anche la gente è quella. Un marinaio mi ha detto:“Qui non si è mai soli. Ma il mare è un'altra cosa “.
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